sabato 2 gennaio 2010

Chendo-Camacho, amarcord a Pamplona

Sono stati per sei anni due pilastri della difesa del Real e domani sera si rivedranno su due panchine diverse: la prima sfida della Liga 2010 tra Osasuna e Real Madrid offre l'occasione per ricordare Miguel Portlan, detto Chendo, e Josè Antonio Camacho. Il primo è oggi delegato di campo del Real, il secondo allena l'Osasuna che ospita domani le merengues. Difensori dalle caratteristiche diverse, i due hanno giocato insieme dal 1983, quando Chendo trovò il suo posto di titolare fisso al Bernabeu, e il 1989 quando Camacho lasciò il calcio giocato dopo 16 anni al Real. Insieme hanno segnato un'era madridista, caratterizzata da due Coppe Uefa di fila ('85 e '86) e quattro titoli consecutivi della Liga ('86-'89).

Quella difesa spesso non era irresistibile, come dimostrò ad esempio il Milan di Sacchi in un paio di occasioni, ma si basava sulla forza fisica e su una forte caratterizzazione spagnola, rafforzata anche dalla presenza di Sanchis prima di Fernando Hierro poi.
Accomunati dalle origini della regione di Murcia, i due, curiosamente, vennero separati nel giorno dell'esordio del più giovane Chendo. Il difensore, infatti, giocò la sua prima partita di Liga con la maglia del Real l'11 aprile del 1982 contro il Castellon: in quella gara erano schierati solo giocatori della primavera madridista a causa dello sciopero dei calciatori professionisti spagnoli. Ma dalla stagione successiva Chendo e Camacho divennero due punti fermi e inseparabili dello scacchiere madrileno.
Dopo l'addio al calcio Chendo è rientrato nei ruoli dirigenziali del Real Camacho ha invece scelto la panchina senza però molte soddisfazioni sinora: dopo avventure non notevoli alla guida di Rayo Vallecano, Siviglia e Espanyol, è approdato al ruolo di ct della Spagna che arrese nei uarti degli Europei '98 contro la Francia di Zidane. Dopo un'esperienza al Benfica, con cui ha vinto la Coppa di Portogallo, unico trofeo vinto da allenatore, Camacho sbarcò sulla panca del Real Madrid nella disastrosa stagione 2002/03, ma la disastrosa esperienza durò solo tre mesi, prima dell'addio e del ritorno al Benfica.

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