domenica 28 febbraio 2010

Raul, dieci minuti per due record

E' entrato al 79', ma quella decina di minuti giocati contro il Tenerife sono bastati a Raul per portarsi a casa altri due passi avanti nella storia del Real Madrid. Il capitano, al suo ingresso in campo al posto del suo erede Higuain, è infatti diventato il terzo giocatore con più presenze nella storia del campionato spagnolo: Raul è infatti a 542 partite giocate a pari merito con Buyo ed a una sola presenza di distanza da Eusebio che nel campionato spagnolo ha giocato 543 gare in tutto. Il primato rimarrà comunque di Zubizarreta che ha giocato in carriera 622 partite nella Liga.
Il gol che ha chiuso la goleada al Tenerife, la sesta vittoria consecutiva in campionato delle Merengues, permette poi al numero sette madrileno di raggiungere Di Stefano al terzo posto nella graduatoria dei massimi cannonieri della Liga a quota 227 gol (una media in campionato di 0,41 gol a partita, quindi). Raul ora è ateso da una sfida difficilissima, quella di segnare altri sette gol da qui alla fine della stagione, che potrebbe essere l'ultima con il Real e in Spagna, per raggiungere Hugo Sanchez che è al secondo posto della graduatoria con 234 reti. Irrangiungibile il recordman Zarra, bomber dell'Athletic Bilbao del dopoguerra, che è a quota 251 gol.

lunedì 15 febbraio 2010

La maledizione degli ottavi

Domani il Real Madrid viaggia a Lione per l'andata degli ottavi di finale di Champions League. L'accoppiamento non è tra i più difficili, ma tocca diffidare. Prima di tutto perchè la squadra di Claude Puel, l'uomo che pose le basi per il Monaco che arrivò in finale di Champions nel 2004, non ha mai perso in campionato dall'inizio del nuovo anno e poi perchè per le merengues lo scoglio degli ottavi è insormontabile da un lustro.
Sono infatti cinque anni che veniamo puntualmente fatti fuori dalla coppa appena mettiamo il naso in un turno a eliminazione diretta: lo scorso anno agli ottavi siamo stati fatti fuori dal Liverpool perdendo 1-0 a Madrid e 4-0 in Inghilterra. Nel 2007/08 siamo usciti ancora agli ottavi perdendo all'andata e al ritorno 2-1 con la Roma con Taddei e Vucinic che vennero a fare i fenomeni al Bernabeu dopo che Mancini ci aveva fatti neri all'Olimpico.
Nel 2006/07, dopo aver perso 2-0 col Lione nel girone, ci eravamo arresi, ancora agli ottavi, contro il Bayern Monaco. L'anno prima ci aveva fatto fuori l'Arsenal, ancora una volta agli ottavi. Nel 2004/05 eravamo stati sbeffeggiati dalla Juventus, che dopo l'1-0 subito al Bernabeu c'aveva battuti 2-0 a Torino. L'ultimo passaggio ai quarti risale quindi al 2003/2004 quando un gol di Zidane al Bernabeu (foto) ci permise di eliminare il Bayern Monaco dopo l'1-1 in Germania.
Stavolta ci tocca il Lione che delle avversarie fin qui elencate sembra inferiore, ma la difesa madrilena senza Pepe deve ancora dare conferme in Europa e Lisandro Lopez mi preoccupa non poco. La speranza è legata alle nuove stelle Cr9 e Kakà, ma anche a Benzema che ha l'ennesima occasione di dimostrare, nello stadio in cui ha vinto quattro titoli francesi, di avere la grinta per guidare il Real verso la decima coppa.

mercoledì 3 febbraio 2010

Bravo Guti, ma ora tornatene in panca

Mi alzo in piedi ed applaudo il taconazo di Guti che ci ha permesso di vincere in casa del Deportivo La Coruna dopo 18 anni di astinenza. Detto questo direi che la beatificazione del biondo centrocampista delle merengues possa finire qui.
Leggo in questi giorni sulla stampa spagnola che Guti sarebbe infatti l'uomo giusto per portare il Madrid alla decima Champions, giusto in tempo per fare le valige e andare in Sudafrica per portare la Spagna sul tetto del mondo. Leggo, complice le remissive dichiarazioni di Raul che accetta la panchina, che il capitano avrebbe lasciato proprio a Guti la leadership della squadra.
Non scherziamo: una domenica di grande qualità non cancella anni di anonimato di un giocatore che, a parte qualche guizzo, si è sempre dimostrato lezioso, poco concreto e dotato di scarsissima personalità, tre caratteristiche che, soprattutto nelle squadre "tutte primedonne" allestite da Florentino Perez, sono ancora più gravi.
Ricordo i suoi stucchevoli movimenti in mezzo al campo nel Real di Zidane, una squadra a cui il francese regalava profondità ad ogni tocco di palla, mentre Guti sembrava spesso remare contro, inventandosi giocate orizzontali che permettevano alle difese avversarie di organizzarsi a dovere. Nulla è cambiato da allora e la scelta del club di puntare su Xabi Alonso, uomo di cervello in regia ma anche di grande solidità in mezzo al campo, sembrava finalmente avviare un cambio di rotta, avallato da Pellegrini che, infatti, con Guti c'ha litigato subito, a inizio stagione.
Applauso a Guti, quindi, ma per rincorrere con successo il Barcellona del duo Xavi-Iniesta ci vuole molto di più di un colpo di tacco.