martedì 7 settembre 2010

Aspettando il vero RealMou

Siamo solo al 7 settembre e vedo già inopinati segni di impazienza. Il Real Madrid di Mourinho è ancora tutto da scoprire e lo scetticismo comincia a serpeggiare tra i tifosi e sui media iberici. Intendiamoci, i problemi ci sono, ma mi sembra troppo presto per voler già tirare conclusioni come ha fatto ieri, ad esempio, l'ex ct spagnolo Aragones parlando a Radio Cope e affermando di vedere "Il Barcellona favorito per la Liga e il Real Madrid abbastanza lontano".
Mourinho, come ci ricorda oggi AS, è allenatore del Madrid da 100 giorni, ed ha diretto 46 allenamenti, di cui solo dieci, però, con la rosa al completo. Il Real, in realtà, non può ancora avere un gioco ben definito: non potrebbe averlo già solo per il cambio di allenatore, ma la situazione è peggiorata dal fatto che in realtà i giocatori nei punti nevralgici del campo sono completamente diversi dallo scorso anno e non hanno avuto tempo di ambientarsi. Prima di tutto l'infortunio di Kakà ha costretto il tecnico ad accelerare i tempi di inserimento di Ozil, che contro il Penarol e il Maiorca ha dimostrato di non trovare ancora i compagni. Qualche segnale in più è venuto da Canales che però deve mettere su muscoli e abbandonare qualche leziosità di troppo per non diventare la brutta copia del già brutto Guti. In questo senso potrebbe rivelarsi pericolosa la cessione di Van der Vaart anche perchè dopo i rimpianti per Robben e Sneijder si rischia il tris di cessioni olandesi incaute.
In attacco Higuain deve dimostrare che Valdano ha avuto ragione nell'imporre il veto all'acquisto di un altro attaccante, mentre Benzema, infortunio a parte, deve uscire dai suoi equivoci tattici e far vedere finalmente la personalità che aveva a Lione. Per il francese ci sono tre mesi decisivi per riagguantare il treno-Real, se non si mette a segnare con continuità per lui ci sarà probabilmente il trasferimento a Manchester (sponda United) o Liverpool, che sarebbe, beninteso, una svendita rispetto ai 20 milioni pagati la scorsa estate al Lione.
L'impressione è che molto dipenda, ancora, da Cistiano Ronaldo che, infatti, è l'uomo che ha giocato di più nell'era Mou, 439 minuti: il problema è che Cr9 sembra ingabbiato nel brutto se stesso visto al Mondiale. Così come con la maglia del Portogallo si aggirava smanioso per il campo in cerca del pallone, convinto di poter tirare fuori dal cilindro una meraviglia per far sognare i lusitani, così si è comportato in questo avvio di stagione. Cristiano corre dovunque, scalcia, s'incavola, s'intestardisce nel dribblig e nello scatto quando la forma fisica non può ancora essere al top. Lo stop per l'infortunio potrebbe portargli consiglio. Per il Madrid sarebbe auspicabile che Cr9 riflettesse sulla franse pronunciata da Mou a chi gli chiedeva subito spettacolo con il suo Real: "Sono un allenatore, mica Harry Potter".

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